Il testo integrale delle dichiarazioni del Ministro Gelmini sui Conservatori
Pubblichiamo il testo (stenografico) delle dichiarazioni del Ministro Maria Stella Gelmini alla Commissione Cultura della Camera, per quanto riguarda i Conservatori.
Il Conservatorio Giuseppe Verdi sorge sull’ex convento dei Canonici Lateranensi ed ha di fianco la bellissima Chiesa di S. Maria della Passione.
Giovedì 31 luglio 2008
VII COMMISSIONE PERMANENTE
(Cultura, scienza e istruzione)
SOMMARIO
AUDIZIONI:
Audizione del ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, Mariastella Gelmini, sulle linee programmatiche del suo dicastero
[omissis]
Pag. 31 e sgg.
“Ritengo di poter ravvisare una parziale assenza di strategia anche per quanto riguarda il mondo dell’Alta formazione artistica e musicale (AFAM), che ho incontrato da tempo, per la verità.
Devono essere assunti alcuni provvedimenti amministrativi per agevolare la vita a questa realtà; tuttavia, il punto della questione non sta tanto nel rispondere alle richieste minimali, seppure assolutamente legittime, inerenti al regolamento, agli organici, eccetera, cui pure possiamo rispondere, quanto nel compiere delle scelte. Mi riferisco al fatto che settanta conservatori sono forse davvero troppi per il nostro Paese, anche perché, forse, non tutti sono di primo livello.
Ritengo poi un altro problema l’assenza di una preparazione musicale nella scuola del secondo ciclo. Anche per questo le risorse sono poche, è vero, ma secondo me va messo a punto un progetto. I conservatori rappresentano una sorta di università della musica e allora magari occorre non commettere nuovamente l’errore del «3+2».
Si potrebbe, forse, distinguere tra gli istituti di qualità inferiore, che potrebbero conferire una laurea breve, e i conservatori di maggior pregio, cui si potrebbe dare la possibilità di attivare anche i due anni di corso successivi; altrimenti si corre il rischio di tenere tutti sullo stesso piano. Insieme all’assenza di un progetto, questo farebbe sì che, nel tempo, le risorse per questo settore vadano diminuendo, senza che si percepisca fino in fondo, e a torto, che la qualità, in alcuni casi, è invece assolutamente elevata. Ne ho parlato con alcuni presidenti di conservatorio e con il presidente dell’Accademia di Roma: serve un progetto di rilancio e serve anche, secondo me, il coraggio di rivalutare questa realtà.
Perché non pensare ad una sezione dell’ente di valutazione dedicata espressamente alle scuole di alta formazione artistica e musicale? Questo ci consentirebbe di fare delle scelte perché, altrimenti, poiché le risorse diminuiscono ma il numero di istituti rimane elevatissimo, il risultato sarà quello di appiattire tutto, mentre, secondo me, dobbiamo mirare a mantenere delle punte di eccellenza. Poi gli enti locali daranno una mano alle realtà minori che hanno, anche loro, una storia e una presenza all’interno del tessuto sociale. Mettendo tutti sullo stesso piano, secondo me, si finisce per impoverire e indebolire tutto il sistema.
Io mi fermerei qui. Gli argomenti sul tavolo erano tantissimi, ma credo di aver risposto più o meno su tutto.
PRESIDENTE. La ringrazio davvero di cuore, Ministro, anche a nome della Commissione, per la precisione con cui ha voluto replicare agli interventi dei colleghi. Non era facile, anche perché questo periodo ha coinciso con l’avvio della sua azione di Governo e molte cose sono cambiate, dal pronunciamento del suo primo discorso ad oggi. Lei ci ha, però, dato oggi un’ottima sintesi e ci ha dato anche delle anticipazioni.
Le rivolgiamo i nostri auguri per il disegno di legge. Abbiamo capito che dopodomani dovremo leggere i giornali e seguire l’iter di questo primo disegno di legge Gelmini. Noi saremo pronti, a settembre, a lavorare con lei.
Le formulo nuovamente i migliori auguri, perché i suoi propositi possano diventare realtà. In Parlamento questa Commissione farà la propria parte.
Come lei sa, e come ha voluto ricordare, ci sono già delle proposte di legge che a settembre noi riprenderemo, discuteremo, approfondiremo e valuteremo insieme a lei, perché vogliamo essere, con lei e con gli altri ministri, protagonisti del cambiamento, se possibile con un’ampia condivisione. Questo è il ruolo del Parlamento. Naturalmente esiste il programma del Governo, che noi rispetteremo e valuteremo.”
Il testo integrale è disponibile sul sito della Camera dei Deputati